Doveva essere un mondo migliore

Sergio Lavezzi, ex pugile. Nell’ambiente lo conoscevano come Attila, “il Flagello del Ring”. La carriera luminosa che aveva davanti se l’è bruciata per non aver saputo tenere insieme i pugni e il cervello. Sergio Lavezzi, ex sbirro. Già, perché inseguendo l’altra sua vocazione era riuscito a entrare prima in polizia e poi nella squadra delle teste di cuoio del NOCS. Fino a quella notte maledetta e all’intervento durante una presa di ostaggi, quando il tempo si è fermato. Inutile raccontarsi storie, la verità è che non ha mai combinato niente di buono. Ma questa forse è l’occasione giusta. C’è in ballo un lavoro ben pagato per lui e il Biondo, altro ex uscito dal giro del reparto speciale, colpa di un’eccessiva confidenza con la polvere bianca. Devono prendersi cura di una ragazza e la cosa dovrebbe filare liscia. Il guaio è che a Palermo finire invischiati in una guerra tra famiglie mafiose non sembra la situazione ideale per dare una svolta alla propria vita. Magari sì, però nella direzione sbagliata. Purtroppo il passato è come un marchio che ci si porta addosso, impresso a fuoco sulla pelle. Non importa se sia la fortuna o il destino a regolare il mondo. Sergio Lavezzi li ha entrambi contro.